- Mentre le campagne, i borghi e le zone più assolate a prova di social distance si ripopolano di turisti, le grandi città come New York, Roma e Londra si svuotano di occhi curiosi e attenzioni. Forse il Covid-19 ha cancellato per un po’ il trend del city break, che ci portava in esplorazione delle capitali europee anche solo per un weekend, a prenotare un viaggio nelle grandi metropoli mondiali o nelle città d’arte nostrane. Oppure, più semplicemente, quella passione è solo in stand-by. Le città torneranno a essere una delle mete predilette dei travellers?
Se fosse stata un’altra estate – una di quelle senza pandemie mondiali a imperversare, per intenderci – questo sarebbe stato il periodo dei grandi viaggi. Dall’Italia verso il mondo, dal mondo verso l’Italia. Le città d’arte nostrane sarebbero state traboccanti di turisti armati di reflex; noi saremmo stati i turisti armati di reflex in qualche parte del globo. I numeri invece dicono un’altra cosa: una timida ripresa c’è stata, soprattutto per quanto riguarda il turismo di prossimità che ha fatto riscoprire borghi e luoghi incantevoli a due passi da casa. Ma rimangono comunque numeri non belli: la fotografia restituita dall’Enit è quella di un’Italia con 51 milioni di turisti in meno in arrivo dall’estero nel 2020 (via Sole 24 Ore) con un calo drastico per le città come Roma, Venezia, Firenze, Napoli che hanno una media del 60% di visitatori in meno rispetto agli anni precedenti. E le città europee non se la passano meglio: Barcellona e Parigi navigano, secondo il report, sulle stesse percentuali.
Il Covid-19 ha cancellato o solo messo in stand-by la voglia di city break? Senz’altro ha svelato ciò che già sapevamo, ovvero che il sovraffollamento di alcune delle città più visitate del mondo non poteva reggere a lungo, combinato con l’arrivo dei turisti.
Entrambe le visioni sono una possibilità. Giungle urbana non fa rima con distanziamento sociale, e questo è quanto.
L’epoca dei city break è finito o è in pausa?
Visitare una città affollata, piena di vita e di strade brulicanti è spesso la prerogativa di chi viaggia. Chi va a New York esce dalla metropolitana e si immerge nel flusso, felice di farlo. Chi va a Bangkok non cerca calma e pace, ma frenesia. Se le città offrono festival, parchi e attività da fare insieme ai locals, tanto meglio. La pandemia e le sue conseguenze hanno asciugato una grossa fetta di questi eventi, limando all’osso le possibilità di scoperta. Togliendo, di fatto, un pezzo di vita a questi luoghi. Uno dei motivi per cui le grandi città non sono più la destinazione prediletta per le fughe (anche quelle più veloci) è dovuto al sovraffollamento di chi ci vive a cui si aggiunge l’impetuosa onda di chi le visita. E mentre prima – del lockdown, della convivenza col coronavirus, dell’autunno incerto che incombe – questa fiumana di gente era tutta vita, soprattutto per il viaggiatore urbano, oggi – in questo preciso momento storico – non è più molto appetibile.
Ritroveremo il gusto di perderci sulla 6 Av a New York, di chiedere scusa per aver urtato qualcuno nella frenesia di quel via vai che incrocia Bryant Park, senza patemi. O di perderci nel souk di Marrakech. Di condividere la visione della fontana di Trevicon altre centinaia di persone. Di esplorare, insomma, alcuni dei luoghi più affollati del mondo senza l’ansia di essere troppo vicini, di non conoscere l’altro, di non sapere da dove viene. Anzi, saranno valori aggiunti, come prima del Covid. Le grandi città turistiche non sono morte, sono semplicemente in pausa di riflessione: forse è un periodo ideale per ripensare il turismo in luoghi che erano arrivati al limite di capienza e possibilità, un sistema che stava distruggendo interi ecosistemi. C’è chi questa voglia di scoprire la città, intesa come cuore pulsante di vita e movimento, non l’ha mai persa: l’ha semplicemente messa in stand-by, in attesa di riscoprire città d’arte e metropoli del mondo e le persone che le popolano, per mescolarsi insieme a loro in quel grande flusso cittadino che il viaggiatore urbano amava, e ama tuttora.
Fonte:https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/costume-e-societa/viaggiare-dopo-covid-citta-turistiche